20/01/2024
Un tema sul quale le Federazioni Pensionati e i Coordinamenti Politiche di genere di CGIL, CISL e UIL Marche hanno posto l’attenzione da tempo, con incontri e assemblee di pensionate/i su tutto il territorio regionale per promuovere la prevenzione.
Quando nasce l’attenzione alla patologia?
Nel 2010, i Coordinamenti Donne Pensionate hanno pensato di richiamarne l’attenzione, con una campagna di raccolta firme (circa 5000), dell’Assessorato Regionale alla Sanità, a seguito della quale si è approdati alla costituzione di un tavolo regionale interdisciplinare tra medici specialisti, rappresentanti sindacali, medici di medicina generale, pediatri, associazione infermieristica, Commissione Pari Opportunità regionale, ordini dei medici farmacisti, Università, Associazioni.
Nel 2012 si è avviata la Campagna di prevenzione regionale contro l’Osteoporosi “Ossi duri si diventa” con la pubblicazione di opuscoli divulgativi sulla patologia, sui rischi connessi agli scorretti stili di vita e con oltre cinquanta incontri rivolti a uomini, donne, pensionati e giovani.
Tutto questo ha permesso il riconoscimento dell’osteoporosi nell’ambito del Piano Regionale per la Prevenzione 2014 fino all’elaborazione, grazie al supporto medico, del percorso per l’integrazione tra Prevenzione Clinica e Assistenza (PPDTA), rientrato nel nuovo piano della prevenzione nazionale 2020-2025, nonché quello regionale e quello socio sanitario regionale.
Affrontare in una visione sistemica e di insieme, attraverso l’integrazione tra diversi servizi e diverse professionalità, assicura un’efficace attività di prevenzione a vari livelli, la continuità assistenziale, riduce il rischio clinico e le complicanze.
Infatti, secondo i dati attuali di un’indagine preliminare (ARS gruppo Ossi Duri), i pazienti che presentano la patologia dell’osteoporosi ad alto rischio fratture, è rappresentato da una popolazione di circa 28.000 persone e la popolazione di sesso femminile è la più rappresentata (in media 93,1%). Inoltre ogni giorno nella regione Marche almeno 8 pazienti vanno incontro a frattura di femore per osteoporosi. Con conseguenze elevate di invalidità, non autosufficienza, mortalità e costi sanitari elevati.
SPI-CIGIL FNP-CISL UILP–UIL Marche ed i Coordinamenti donne e politiche di genere ritengono che questa sia una grande sfida da realizzare e che coinvolga tutti i soggetti già nominati, il livello territoriale e ospedaliero al fine di intervenire con adeguata terapia farmacologica, per ridurre l'incidenza delle fratture da fragilità e delle ri fratture con conseguente diminuzione dell'ospedalizzazione e dell'impatto socio-economico sul SSN.
Ciò sarà possibile se saranno stanziate risorse economiche adeguate per la prevenzione, fin’ora insufficienti, oltre che quelle per la realizzazione del percorso per l’integrazione tra Prevenzione Clinica e Assistenza (PPDTA), come da DGR n. 1405 del 30/9/23.
Come organizzazioni sindacali continueremo a dare il nostro contributo teorico e pratico consapevoli che la problematica, come per tutte le patologie legate alle cronicità, riguarda la presa in carico e la continuità assistenziale e domiciliare.
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